Da La Repubblica del 22/01/2005
L´amaca
di Michele Serra
NON è un lapsus, ma è come se lo fosse, il breve passaggio dell´editoriale di Sergio Romano (Corriere di ieri) nel quale ascrive ai meriti di Bush il fatto che "il numero delle vittime americane (in Iraq) è fortunatamente contenuto". Se qualcosa fosse veramente cambiato in meglio, nel comune sentire delle democrazie mature, il numero delle vittime di una guerra non sarebbe mai da computare secondo il gretto e arcaico criterio della nazionalità. Il numero delle vittime in Iraq non è affatto contenuto, è enorme, e riguarda soprattutto la popolazione civile, donne e bambini compresi.
Il fatto che solo una piccola minoranza di questi morti avesse la divisa americana potrà comprensibilmente soddisfare i contabili del Pentagono: ma per nessun altro (perfino nel caso di un ragionevole filoamericanismo) il bilancio umano di quella guerra può considerarsi decente o utile. Globalizzare la democrazia dovrebbe voler dire anche dividerne equamente i vantaggi e soprattutto i costi, e il costo di ciò che chiamano "liberazione dell´Iraq" non può essere ridotto a un dettaglio solo perché lo stanno pagando principalmente gli iracheni. Sfortunatamente, parafrasando Romano, per ogni americano morto ce ne sono almeno venti non americani, e questo, se la democrazia ha un senso, non è il risultato d´un successo, ma d´una catastrofe politica e umanitaria.
Il fatto che solo una piccola minoranza di questi morti avesse la divisa americana potrà comprensibilmente soddisfare i contabili del Pentagono: ma per nessun altro (perfino nel caso di un ragionevole filoamericanismo) il bilancio umano di quella guerra può considerarsi decente o utile. Globalizzare la democrazia dovrebbe voler dire anche dividerne equamente i vantaggi e soprattutto i costi, e il costo di ciò che chiamano "liberazione dell´Iraq" non può essere ridotto a un dettaglio solo perché lo stanno pagando principalmente gli iracheni. Sfortunatamente, parafrasando Romano, per ogni americano morto ce ne sono almeno venti non americani, e questo, se la democrazia ha un senso, non è il risultato d´un successo, ma d´una catastrofe politica e umanitaria.
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