Da La Nuova Ecologia del 17/10/2006
Originale su http://www.lanuovaecologia.it/inquinamento/nucleare/6398.php
Energia: l'Australia apre al nucleare
La proposta del ministro dell'Industria: «Entro dieci anni pronto il primo impianto». L'opposizione: «Puntiamo su solare ed eolico». Proteste delle associazioni ambientaliste
Costruire il primo reattore entro dieci anni. Questo il proposito del governo australiano. «Sono favorevole ad un’industria del nucleare a fini pacifici, - ha dichiarato il primo ministro John Howard - coloro che esortano a fare qualcosa contro il riscaldamento globale ma voltano le spalle all’energia nucleare sono fuori della realtà». Il ministro dell’Industria Ian Macfarlane si è ulteriormente sbilanciato, dichiarando, in occasione della Conferenza dell’area del Pacifico sul nucleare, che l’Australia potrebbe costruire la sua prima centrale entro 10 anni. «Un ampio dibattito pubblico sulla questione è fondamentale, - ha aggiunto Macfarlane - ma credo che l’energia nucleare rappresenti un’opzione chiave per la riduzione dei gas serra». L’Australia, tra l’altro, è il paese col più alto livello al mondo di emissioni pro capite.
Le promesse di riduzione dell’inquinamento sono solo un aspetto della battaglia pro-nucleare ingaggiata dai politici australiani. Per novembre è prevista la presentazione di un rapporto di esperti - di nomina governativa - che descrive i vantaggi dell’estrazione, dell’arricchimento e dell’impiego dell’uranio a fini energetici. Finora, però, le garanzie del governo e le rassicurazioni degli scienziati non sono bastate a placare le polemiche. Inasprite dal fatto che, anche se non è ancora stata fatta una identificazione ufficiale dei siti per le centrali, gli esperti suggeriscono di situarle lungo le coste orientale e occidentale del continente, a non più di 100 km dalle grandi città, in modo da avvicinarle alle sedi della domanda di energia ed aumentarne l’efficienza economica.
Sull’onda delle polemiche, Kim Beazley, leader dell’opposizione laburista, ha assicurato che, in caso di vittoria alle politiche del 2007, non costruirà alcuna centrale nucleare, e che investirà sulle fonti rinnovabili, specie solare ed eolica. «Ora che il premier Howard ha dichiarato che vuole un’industria di energia nucleare, ci deve dire dove costruirà i reattori», ha detto. Le organizzazioni ambientaliste, dal canto loro, sottolineano che dopo 50 anni di tecnologia nucleare, non si hanno soluzioni sicure e di lungo termine al problema delle scorie radioattive, e che non vi sono garanzie che l’energia nucleare sia usata solo a fini pacifici, come conferma il test condotto di recente dalla Corea del Nord.
Le promesse di riduzione dell’inquinamento sono solo un aspetto della battaglia pro-nucleare ingaggiata dai politici australiani. Per novembre è prevista la presentazione di un rapporto di esperti - di nomina governativa - che descrive i vantaggi dell’estrazione, dell’arricchimento e dell’impiego dell’uranio a fini energetici. Finora, però, le garanzie del governo e le rassicurazioni degli scienziati non sono bastate a placare le polemiche. Inasprite dal fatto che, anche se non è ancora stata fatta una identificazione ufficiale dei siti per le centrali, gli esperti suggeriscono di situarle lungo le coste orientale e occidentale del continente, a non più di 100 km dalle grandi città, in modo da avvicinarle alle sedi della domanda di energia ed aumentarne l’efficienza economica.
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